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Dal 4 al 5 dicembre 2015 presso University College London, su invito del gruppo Volterra sostenuto dalla British Academy, si è  tenuto un «Workshop on the REDHIS Project», dedicato al gruppo di ricerca che, presso l’Università di Pavia, sotto la direzione di Dario Mantovani e con un finanziamento ERC-Advanced Grant, ha come programma «Rediscovering the Hidden Structure: a New Appreciation of Juristic Texts and Patterns of Thought in Late Antiquity». Il riesame delle fonti è rivolto a mettere in luce la struttura nascosta della cultura giuridica tardo-antica costituita dalla persistenza del pensiero giurisprudenziale classico. Il progetto si articola in tre linee di ricerca: la prima si concentra sui papiri e le pergamene che recano traccia della copia e uso degli scritti dei giuristi classici; la seconda sulle opere composte in epoca tardo-antica (collezioni e rielaborazioni); la terza sulla legislazione imperiale tardo-antica, per verificare il legame della cancelleria imperiale con la tradizione giurisprudenziale. Nel complesso, le linee di ricerca convergono nel ricostruire un più realistico sfondo sul quale proiettare e grazie al quale comprendere la vita giuridica tardo-antica. 
Aperta dagli interventi di Benet Salway (Project Volterra - UCL) e di Dario Mantovani (Project Redhis - Pavia), la prima parte dell’incontro («Copies of Classical Jurists’ Legal Writings») si è svolta sotto la presidenza di Consuelo Carrasco (Universidad «Carlos III» Madrid) e Gesine Manuwald (UCL). Sono intervenuti:
 – Serena Ammirati (Project Redhis - Pavia), Law and Legal Literature in Late Antique West: Some Preliminary Observations, ha proposto una breve rassegna dei manoscritti di contenuto giuridico di origine occidentale (databili dal V all’XI secolo), con particolare riguardo per il rapporto tra tipologia di testo/testi e caratteri materiali (paleografia, codicologia) dei testimoni. 
– Marco Fressura (Project Redhis - Pavia), Lettura e classificazione di ‘marginalia’ nei papiri giuridici, ha esaminato casi esemplari di marginalia presenti in frammenti papiracei e pergamenacei di contenuto giuridico, utili a tracciare un quadro generale delle tipologie di tali apparati paratestuali e a individuare le modalita` della loro realizzazione. 
– Luigi Pellecchi (Project Redhis - Pavia), Un Papiniano ritrovato, ha presentato una prima trascrizione, in collaborazione con M. Fressura, dell’inedito P.Berol. inv. 11323, un codice pergamenaceo che sembrerebbe contenere brani ascrivibili al secondo libro dei responsa di Papiniano, il più delle volte presentati tuttavia in forma epitomata rispetto alla versione tràdita attraverso il Digesto; inusuali anche le tracce superstiti dell’apparato paratestuale. 
– Ernest Metzger (Glasgow), Revisiting P.Ant. I 22, ha esposto alcune conferme e nuove interpretazioni del brano giurisprudenziale in tema di atti compiuti dal pupillo senza l’assistenza del tutore, che sarà parte della nuova edizione di REDHIS. 
– Bernard Stolte (Groningen), New Readings and Interpretations of the So-Called ‘Dialogus Anatolii’, come esempio del lavoro in corso sui papiri greci e greco-latini per REDHIS, ha offerto un’anteprima di una trascrizione notevolmente migliorata del testo di P.Berol. inv. 11866, in collaborazione con M. Fressura, che ne conferma la datazione pregiustinianea. 
– Dario Mantovani, Il paratesto nei libri dei giuristi romani, ha mostrato la presenza di un ampio apparato paratestuale nei libri dei giuristi romani già a partire dal I secolo d.C. (sulla base di Petr. Sat. 46.1, confermato da P.Mich 456r + P.Yale inv. 1158r), e in tutti i generi letterari, ben prima dunque dell’adozione del formato codice, come di solito si ritiene. Il paratesto (specialmente con l’uso di inchiostro rosso) rappresenta anzi per il pubblico un tratto distintivo dei libri giuridici; la sua forma presenta inoltre notevoli analogie rispetto all’impaginazione epigrafica delle leges (e di altri atti giuridici) fin dall’età repubblicana. Nella seconda parte («Classical Legal Thought as a Part of Late Antique Legal Culture»), sotto la presidenza di Paul Mitchell (UCL) si sono tenute le seguenti relazioni: 
– Salvatore Puliatti (Parma), Aspetti di continuità e distacco nell’attività normativa della cancelleria postclassica, ha esemplificato la terza linea di ricerca di REDHIS con l’approfondita esegesi di C. 6.23.28 e C. 6.28.4. Il relatore ha mostrato che la legislazione di Giustiniano non è che l’ultima tappa di una tradizione iniziata con la giurisprudenza classica e proseguita nel lavorio delle cancellerie tardo-antiche. 
– Benet Salway, Petitions and Response: the Interplay of Private and Imperial Rhetoric, ha letto secondo il punto di vista retorico la petizione della comunita` di Orcistos a Costantino e la risposta dell’imperatore. 
– Simon Corcoran (Project Volterra - UCL), The Lives of the Codex Gregorianus, ha esposto dettagliatamente la struttura e la circolazione della raccolta, e ha presentato alcuni aspetti dei cd. Fragmenta Londinensia, copia tardo-antica di tale opera. 
– Michael Crawford (UCL), Thierry of Chartres and Roman Law, ha segnalato che alcuni testi medievali citano (parafrasi di) testi giuridici classici. Il rompicapo non di facile soluzione lascia intravedere la possibilità di una circolazione della compilazione giustinianea (e forse dei testi pre-giustinianei) ben prima dell’attività della scuola bolognese. 

Dario Mantovani 
Marta Bettinazzi 
Matthijs Wibier 
REDHIS - Dipartimento di Giurisprudenza, Università di Pavia